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Cristo

 

 

 

          Oggi le persone distinguono Cristo in “storico”, “cosmico”, “mistico” e così via. Cristo però di per Sé è unico e indivisibile. Esiste solo un Cristo, quello vivente, Che è una manifestazione di Dio, una manifestazione dell’Amore.

          Cristo è Dio che si scopre al mondo. Essendo una manifestazione di Dio, Cristo non può essere separato da Lui, non può essere considerato al di fuori di Lui.

          Quando parlo di Cristo, Lo considero non come un principio astratto, ma come un’incarnazione reale dell’Amore. L’Amore è la più grande realtà, non è qualcosa di astratto. L’Amore ha una forma, un contenuto e un senso.

          Cristo diede alla Terra l’espressione più completa dell’Amore. Non è importante come lo considerano le persone: come “storico”, come “cosmico” o “mistico”, perché Cristo è e rimane la più perfetta espressione dell’Amore, sia come personaggio storico, sia come un’essenza cosmica, sia come un’esperienza mistica. E, veramente, prima di Cristo non c’era un’altra persona sulla Terra che aveva un Amore più grande di Lui. Non c’è neanche nel Cosmos o nelle profondità più mistiche dell’anima una manifestazione più completa dell’Amore di quella con cui personifichiamo Cristo. Allora, come bisogna comprendere le parole Cristo “storico”, “cosmico” e “mistico”? Manifestato sulla Terra in un dato momento storico come una persona ideale, come un’immagine di un vero uomo, Lui è “storico”. Anche il tempo testimoniò per Lui: “Ecco l’Uomo[1]! Ecco il vero uomo in cui vivono l’Amore, la Saggezza e la Verità e che li applica”.

          Conosciuto internamente, Lui diventa “mistico”; mentre, conosciuto come il Dio manifestatosi nel mondo, Lui diventa “cosmico”. E allora, la parte fisica di Cristo è l’intera Umanità riunita in un corpo. Tutte le anime umane in cui vive Cristo riunite in uno, questa è la parte fisica di Cristo. Tutti gli angeli riuniti nel cuore di Cristo rappresentano la Sua parte spirituale. Infine, tutte le Divinità riunite nella mente di Cristo rappresentano la Sua parte Divina. Questo è il Cristo “cosmico”, il Dio manifestatosi nel mondo. Perciò il mistico vede dappertutto Cristo, il Grande fratello dell’Umanità, la Prima immagine dell’uomo, il Primogenito nel mondo, il principio del genere umano, il principio dell’evoluzione umana. Il Primogenito Che sviluppò tutte le manifestazioni delle virtù Divine, Che mise in atto tutte le Leggi di Dio. Il Primogenito Che passò con successo tutte le prove e sacrificò tutto per i Suoi fratelli.

          Monti, pianure, sorgenti, fiumi, mari, con tutte le ricchezze della Natura che si celano in essi, tutto ciò è un espressione di questo Grande fratello. Però questo è un profondo segreto, per la comprensione del quale vengono richieste migliaia di anni di lavoro intenso. Così deve essere compreso Cristo nella Sua ampiezza.

          Lui è uno, anche se le persone lo comprendono una volta come “storico”, una volta come “cosmico”, una volta come “mistico”. Tutte queste parole devono rivivere nel vero conoscere Cristo come una manifestazione dell’Amore di Dio e non devono rimanere dei concetti secchi, delle prigioni per il pensiero umano. E, veramente, per molti cristiani il Cristo “storico”, che venne duemila anni fa, non è una prigione per la loro mente? Dove parlò Cristo duemila anni fa di Se stesso come un personaggio storico? Lui parla di Se stesso come uno spirito che dura in eterno, “fino alla fine del mondo”, cioè fino al termine di questa epoca di violenza e di male che vive i suoi ultimi giorni. “Andate e insegnate”, dice Lui ai Suoi discepoli e “Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

          Una delle illusioni più grandi è pensare che Cristo è nel Cielo, che sta là e aspetta la seconda venuta per cominciare a giudicare i vivi e i morti. La verità è che Cristo non ha mai abbandonato la Terra. Ricordatevi le sue parole: “Mi è stato dato ogni potere in Cielo e in Terra[2]”.

          È Cristo che mosse, che muove e che muoverà sia la vita “storica”, sia la vita “cosmica”, sia la vita “mistica” della Terra e dell’Umanità.

          Senza Cristo non c’è storia. Senza Cristo non c’è “Cosmos”, cioè un mondo costruito e organizzato. Senza Cristo un c’è vita “mistica”. Lui è il grande ispiratore di tutte le rivelazioni in tutti i tempi. Lui è il motore invisibile di tutta la vita spirituale dell’Umanità. Di questo testimoniano anche le Sacre Scritture in cui Cristo compare come un personaggio centrale. Di questo accenna anche Lui nelle parole: “Di Me scrissero Mosè e i profeti”. Nel senso lato della parola, Mosè rappresenta tutti i guru spirituali dell’Umanità, tutti gli scienziati, i filosofi, gli scrittori, i poeti, gli artisti, i musicisti che preparano le menti umane per la comprensione di Cristo, della verità Divina. Per quanto transitorie sembrino le loro opere, per quanto siano variabili le loro teorie, esse non sono casuali, esse vengono create sotto l’influenza di una Legge Universale dello Spirito che lavora nelle persone in un modo speciale. Di conseguenza, tutte queste persone lavorarono per lo sviluppo multilaterale dell’Umanità, prepararono la via per la venuta di Cristo. Perché non è facile che uno spirito come Cristo venga tra gli umani. Loro devono lavorare intensamente nell’arco di alcune migliaia di anni affinché Cristo venga tra di loro.

          Non è facile scendere sulla Terra. Ma con la sua discesa sulla Terra, Cristo inaugurò una nuova epoca nello sviluppo dell’Umanità. Lui disegnò la Via sulla quale l’anima umana può salire verso Dio. E perciò disse: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. 

          La Via, nel senso lato della parola, è il movimento dello Spirito nell’applicazione ragionevole delle Leggi della natura. 

          La Vita è l’organizzazione armonica degli elementi e lo sviluppo delle forze nell’anima Umana.      

          La Verità è la manifestazione dell’unico Dio Che crea le condizioni per lo sviluppo di tutti gli esseri viventi.

          Uscito dal mondo Divino della Verità ed entrato nel mondo materiale, Cristo collega le anime umane al mondo della Verità dove si celano i grandi scopi di ogni esistenza. Deve esserci una nicchia che colleghi a Dio le anime umane affondate nella materia. È solo Cristo che può tracciare questa nicchia per collegare gli umani a Dio. Perché Lui, Che scese dal mondo Divino portando vita dal mondo della Verità, rientrò tracciando la Via che porta dalla vita temporanea a quella eterna.

          Questa è la vita eterna, dice Cristo, che conoscano Te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo[3]”.

          Che conoscano Dio, cioè gli embrioni dello Spirito, le condizioni, le forze e le Leggi su cui si basa il grande ordine delle cose. Anche Cristo, il principio ragionevole che esce dall’unico Dio, porta vita a tutti gli esseri, li guida e conserva legandoli al primo centro di tutto ciò che è. Cristo è la Via di quel movimento ragionevole delle anime che le porta verso la vita eterna nella Verità. Perciò, quando chiedono perché Cristo è venuto sulla Terra, Lui risponde: “Io sono nato e sono venuto nel mondo per testimoniare la Verità”. Queste parole, però, sono una formula matematica. La questione della venuta di Cristo è una delle questioni più profonde nella vita umana. Molti pensano che sia facile rispondere a questa questione. Dicono che Cristo venne sulla Terra per soffrire e per salvare l’Umanità. Ma la venuta di Cristo non è una questione di sofferenza. La sofferenza è un evento secondario nella vita di Cristo, non è in grado di determinare questo momento importante nella storia dell’Umanità. Anche la salvezza, così come la comprendono le persone, è una comprensione parziale di questo grande evento. Oggi, però, tutti i preti dicono che Cristo era venuto sulla Terra per salvare le persone. Se Cristo avesse salvato il mondo in quel modo meccanico come le persone lo comprendono, e se loro fossero stati veramente salvati, non avrebbero vissuto in opposizione allo spirito dell’insegnamento di Cristo. Evidentemente, l’idea della salvezza ha un senso completamente diverso. La salvezza non è lì, dove le persone la cercano, non viene neanche così meccanicamente come pensano.

          Cristo portò sulla Terra la scienza per l’anima. Lui mostrò la Via attraverso la quale le anime umane possono conoscere Dio, possono acquisire la vita eterna. La porta di questa Via è l’Amore. Chi passa attraverso questa porta uscirà sulla Via reale dove lo aspettano grandi imprese.

          Molte grandi anime scesero sulla Terra prima di Cristo, ma non riuscirono a risolvere il difficile problema dell’elevazione dell’Umanità. Dovette scendere Cristo per risolvere questo compito significativo e importante e per mostrare alle persone un modo sperimentale affinché lo risolvessero anche loro. Prima di Cristo, Dio mandò al Suo campo i suoi servi: profeti, santi, ma loro non riuscirono a concludere il lavoro nel modo giusto. Quando Cristo, il “Figlio di Dio” scese sulla Terra, i lavoratori di tutto il Cielo si riunirono nel Suo nome per concludere il lavoro intrapreso.

          Nel Vangelo si dice che Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna[4]. Il Figlio è la parola, ciò che è ragionevole, ciò che è Divino che è in grado di restaurare l’armonia nel mondo e il legame tra le anime umane e Dio. Cristo potè ristabilire questo legame ed esercitare influenza sull’intera Umanità come un’unità, perché da solo fu legato alla grande e potente Unità. E quando nel Vangelo si parla della discesa dello Spirito su Gesù si intende quel collegamento di Gesù con lo spirito collettivo del mondo ragionevole grazie al quale diventò possibile la realizzazione dell’idea di Dio sulla Terra. Perché così è la Legge: per compiere l’atto di Dio un uomo della Terra deve collegarsi con un essere del Cielo. Nel caso concreto, questo essere fu lo Spirito collettivo di Dio. 

          Da questo punto di vista, Cristo è uno spirito collettivo. Lui esiste come un’unità, ma nello stesso tempo è uno spirito collettivo. È un insieme di tutti figli di Dio le cui anime e i cui cuori traboccano di vita e di Amore. Tutti i figli di Dio riuniti in uno, tutte le anime ragionevoli che vivono in un’unione Divina, questo è Cristo.

          La venuta di Cristo sulla Terra è l’evento più importante nella storia dell’Umanità. È un evento eccezionale sia come contenuto, sia come senso. Si riferisce all’idea principale della vita umana, l’idea dell’immortalità, l’idea della vita eterna. Anche gli sforzi di tutta l’esistenza umana si riducono all’acquisizione dell’immortalità, all’entrare nella vita eterna.

          “È la vita eterna”, dice Cristo, “che conoscano Te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”. Che conoscano Dio, che conoscano Cristo. 

          Le persone conobbero Cristo quando Lui apparve duemila anni fa? Lo conoscono oggi? Quando la Verità appare nel mondo non sarà vestita in abiti reali, ma in un vestito modesto. Così anche Cristo apparve duemila anni fa in una forma semplice nella quale le persone non poterono conoscerlo. Ma sono così le Leggi di questo mondo. In questo vestito semplice, apparentemente una persona come tutte le altre, neanche i Suoi discepoli Lo conobbero completamente. Alla trasformazione di Cristo, solo tre di loro videro la Sua “faccia”, cioè la sua parte interna. In questa luce interna loro Lo videro e Lo conobbero così come era tra gli angeli.

          Per gli ebrei, Cristo era “il figlio di Giuseppe, il figlio del falegname”. Per gli scribi e i farisei, Lui era un blasfemo, un messia falso che chiama Se stesso “Figlio di Dio”. Lui non proveniva dai loro ambienti, non aveva studiato da loro. Dove aveva studiato Cristo? Perché tutto ciò che fece testimonia le sue ampie conoscenze. Anche oggi vi sono ancora delle persone che credono che Cristo fu un uomo semplice, non istruito. Questo però non è assolutamente vero. Rivolgendosi ai Suoi ascoltatori Cristo dice: “Se non capite le cose della Terra, come capirete quelle del Cielo?”. Parlando delle “cose del Cielo”, Cristo intendeva i grandi misteri del Sole. Lui però capiva anche “le cose della Terra”, conosceva la cabala di una volta, la filosofia dei popoli dell’Est e dei greci, conosceva anche le scienze del Suo tempo.

          In verità, Cristo non aveva bisogno di studiare nelle scuole umane. Inoltre, tutta la Sua vita terrestre fu di per sé uno studio per Lui. Fu una sorgente di una nuova esperienza, un campo di applicazione di quei grandi principi e Leggi che conosceva nella loro azione nel mondo invisibile. Grazie alla Sua coscienza risvegliata e al Suo legame con il mondo invisibile, Lui poteva sempre attingere delle conoscenze direttamente da quest’ultimo.

          Quando Cristo pregava, la preghiera per Lui era un discorso con il mondo ragionevole. Tramite la preghiera Cristo entrava in dialogo con il mondo invisibile, con tutte le sue gerarchie, con Dio. Tramite la preghiera, il mondo invisibile trasmise a Cristo quella grande lezione che Lui aveva da studiare sulla Terra, gli rivelò quel grande problema che aveva da risolvere nelle circostanze della vita terrestre. Appena dopo la soluzione del Suo difficile problema, Cristo capì in via sperimentale che l’unica via per la salvezza dell’Umanità è l’Amore. Allora capì il senso profondo di tutte le sue sofferenze.

          Per le persone però, nonostante quello che si dice, le sofferenze di Cristo, il Suo crocifisso e la Sua morte disonorevole rimangono uno dei più grandi segreti. Perché Cristo, l’anima più grande che abbia mai visitato la Terra, il carattere più grande che si sia mai manifestato, perché questo uomo buono, intelligente e forte doveva morire così tragicamente? Le Sacre Scritture dicono che così fu “scritto” e niente di più. Altri affermano che ciò doveva accadere affinché il mondo si salvasse. Mentre Cristo dice che è venuto nel mondo per testimoniare per la Verità. Una cosa, però, si può dire con certezza: Cristo fu crocifisso perché l’Amore non partecipò alla sua vita da fuori. E lì, dove l’Amore non partecipa, appaiono le sofferenze più grandi, i drammi e le tragedie più grandi. Non è l’Amore che li crea, ma la competizione per esso. L’Amore di per sé porta Luce, pace e gioia dappertutto.

          Comunque sia, noi vediamo che fu ammesso che Cristo fosse crocifisso. Sulla croce Cristo visse ciò che può essere chiamato: sofferenze ideologico-mistiche, ovvero le sofferenze più profonde e più intense che un’anima umana può vivere. Lui dovette bere fino in fondo il calice delle sofferenze, quel bicchiere in cui erano raccolti tutti i residui amari del passato. E perciò, rendendosi conto dell’importanza del momento, dopo un dramma intimo vissuto nel giardino di Getsemani, Cristo dice: “Per quest’ora sono venuto”. Tramite l’alchimia potente dell’Amore, Cristo assorbì i veleni raccolti in questo bicchiere e così liquidò una volta per tutte i conti con la violenza.

          Veramente, non poteva Cristo, che era una persona forte, geniale, che sapeva della propria alta origine, che prevedeva tutto, che sapeva che cosa sarebbe successo, non poteva evitare le sofferenze che Lo aspettavano? Davanti a Lui c’era l’alternativa: o chiamare “le legioni degli angeli” con l’aiuto dei quali distruggere sia il popolo ebraico che l’Impero Romano, e quindi servirsi dei metodi del passato, del metodo di Mosè e di Elia, del metodo della forza e della spada, del metodo degli antichi maghi e adepti, oppure accettare il calice e la croce e superarli con la forza dell’Amore. Cristo scelse il secondo e questo per la sua natura fu il primo esperimento sulla Terra.

          Se Cristo si fosse spaventato delle sofferenze, se si fosse spaventato della croce sulla quale poi Lo crocifissero, dei chiodi con cui Lo attaccarono, della lancia con cui Lo trafissero, non avrebbe dato una nuova e significativa soluzione al difficile problema dell’elevazione dell’anima umana. Lui fuse le profanazioni, i colpi della frusta, la croce, i chiodi, le lance con il fuoco dell’Amore, l’unico fuoco che può fondere le armi della violenza. E il Suo esperimento risultò riuscito. Così Cristo risolse un problema da cui dipendeva il futuro dell’intera Umanità. Così scoprì la Via per la salvezza di quelle anime sofferenti per le quali era venuto. Proprio per queste anime semplici ma elevate che ebbero il coraggio di affidare la loro fede a Lui, non per gli studiosi, i forti, le persone religiose del Suo secolo. Cristo sacrificò la Sua vita affinché loro vivessero in quell’Amore che Lui diede loro.

          Nelle sofferenze di Cristo si cela qualcosa di grande. Esse rappresentanto la parte occulta della vita di Cristo, della quale le persone non sanno ancora nulla. Quando parlo delle sofferenze di Cristo, nella mia mente spiccano due grandi qualità di Cristo: la Sua eccezionale pazienza e la Sua sottomissione. Grazie a loro, Lui sopportò tutti gli insulti, tutte le ingiurie e le offese. Cristo rimase soprattutto quieto, tranquillo e imperterrito, come nulla fosse. Dai Suoi occhi non cadde neanche una lacrima. È una grande pazienza, è un grande controllo di se stesso, è l’Amore! Questa è una pietra che nulla è in grado di spaccare.

          Il crocifisso di Cristo era una tragedia, ma questa tragedia ebbe la sua soluzione: la risurrezione. Cristo risorse e tramite la risurrezione ottenne una rivelazione per il futuro.

          Nella persona di Cristo troviamo un vero uomo, uno spirito forte, un eroe. Lui sopportò tutto: le sofferenze, la croce, la tomba.

          Cristo non portò la croce di legno fino alla fine. Lo portò solo fino a un certo luogo e poi la gettò a terra. Le persone pensano che l’abbia gettata perché sfinito sotto il suo peso. No, Cristo non era un uomo debole. Lui poteva portare la croce, ma la lasciò per mostrare all’Umanità che cosa la aspetta. Lui voleva dire: “Io posso portare la croce delle sofferenze delle persone viventi, ma non voglio portare una croce di legno!”. I cristiani di oggi, però, ancora baciano la croce di legna disprezzata dallo stesso Cristo. Dopo aver gettato la croce di legno a terra, Cristo si alzò in piedi e si diresse verso il Gòlgota. Lo inchiodarono sulla croce, ma non ci rimase a lungo. Si staccò da solo. Come? Uscendo dal suo corpo e andando da Giuseppe di Arimatea.Lo sotterrarono e chiusero la tomba, ma ne uscì. Non voleva lasciare il Suo corpo nella tomba perché era vivo. Lo risuscitò da solo.

         L’angelo che causò la Sua morte portò la Sua anima all’inferno, ma neanche lì Cristo rimase a lungo. Entrando all’inferno suscitò un’intera rivoluzione: fece commuovere tutti i suoi abitanti e li liberò. Non pensate che, dopo la Sua risurrezione, Cristo era da solo. Nell’inferno Lui era la guida di un intero esercito di angeli che purificarono l’inferno da tutti i prigionieri. Con tutto questo Cristo provò che colui che è forte non può essere tenuto alla croce, né può essere chiuso in una tomba. Colui che è forte non muore, ma risorge e dà vita agli altri. Cristo era il cuore di Dio e perciò risorse. Non potendo morire, il cuore di Dio ritornò da dove era venuto e con tutta la tragedia vissuta sul Gòlgota versò un sangue nuovo nelle vene esaurite dell’Umanità e diede un nuovo impulso alla circolazione Divina della vita.

         Con la sua venuta sulla Terra duemila anni fa, Cristo ci mostrò solo una parte della sua immagine. Noi vediamo Cristo in umiliazioni e cordogli, in sofferenze e prove. Noi lo vediamo come un eroe dell’espiazione. Le persone non conoscono ancora Cristo nella Sua gloria, nella Sua forza e nella Sua potenza Divina.  

         Forte e potente è Cristo! Nel passato bucarono la mano di Cristo con un chiodo. Oggi, però, nessuno può bucare questa mano con chiodi, si fonderanno subito!

         Nel passato crocifissero Cristo, ma oggi non esiste un albero così grande sul quale possono crocifiggerlo. Cristo non può essere crocifisso una seconda volta!

         Cristo viene ora per visitare le menti e i cuori umani. Lui farà crollare tutte le prigioni, cancellerà tutti gli insegnamenti menzogneri, tutto ciò che distrugge la mente e il cuore umano, che porta confusione e disordine, che limita la vita umana. Lui è Cristo vivente, Che porta vita, Luce e libertà per tutte le anime, Che solleva e risveglia in loro l’Amore verso tutto.

         Quando dice che ora viene Cristo, alcuni pensano che verrà da fuori. Cristo non verrà da fuori, non verrà nemmeno in forma umana, né in una qualsiasi altra forma. Quando i raggi di Sole entrano nelle vostre case, questo significa che il Sole vi ha visitati?

         Ricordatevi: Cristo è una manifestazione dell’Amore Divino. Lui verrà come una Luce interna nelle menti e nei cuori delle persone. Questa Luce attrarrà tutti intorno a Cristo come intorno a un grande centro. L’apertura delle menti e dei cuori umani e l’accettazione di Cristo da dentro sarà la seconda venuta di Cristo sulla Terra. Se le persone non Lo accettano in questo modo, questa vita di disarmonia, di sofferenze e cordogli, di credenze esterne, di superstizioni e illusioni continuerà. Prese da queste credenze esterne, molte persone religiose si illudono dicendo: “Cristo annunciò il Regno di Dio duemila anni fa. Lui scese, disse quello che aveva da dire e poi risalì nel Cielo fino alla seconda venuta quando ritornerà a giudicare i vivi e i morti”.

         Ma io vi dico: Cristo non annunciò il Regno di Dio nel tempo e nello spazio! Noi non consideriamo Cristo e il Suo insegnamento come qualcosa del passato. Noi non consideriamo Cristo e il Suo insegnamento come qualcosa che verrà nel futuro.

         Noi consideriamo Cristo e il Suo insegnamento come un eterno presente!

         Ecco perché non solo durante il proprio sermone di tre anni, ma anche durante gli ultimi duemila anni Cristo non ha smesso di parlare. Se si potesse restaurare tutto ciò che disse Cristo durante i tre anni in cui predicava alle persone dell’epoca, se si potesse restaurare ciò che disse durante gli ultimi duemila anni, le persone avrebbeno una conoscenza preziosa. Ma rimase poco di quello che Cristo disse durante il Suo sermone di tre anni, solo alcune parti. Rimasero nascosti per il mondo anche molti dei messaggi di Paolo e degli altri Apostoli. Un giorno però verranno conosciuti dal mondo. Ora vengono rivelati solo agli studenti avanzati.

         Pensate che Cristo presentò tutto il Suo insegnamento? A confronto di quello che portava, Lui diede molto poco alle persone del Suo tempo. Le persone di quel tempo non erano pronte per le scienze. Ecco perché parlò loro con delle favole. Cristo non voleva dare la Sua arma nelle mani degli ignoranti per rivolgerla contro di Lui.

         Pensate che se oggi viene Cristo parlerebbe così come parlò duemila anni fa? Cristo parlerebbe in un’altra maniera. Insegnerebbe prima di tutto la grande scienza dell’Amore e i metodi della sua applicazione. Lui insegnerebbe la Via dello studente, della fraternità e del servire. Oggi la Legge dell’evoluzione esige proprio questo.

         E ora il grande Maestro si rivolge a tutte le anime risvegliate annunciando loro le basi dell’insegnamento: “Che siano tutti degli studenti diligenti, bravi fratelli, fedeli e veritieri servitori!”. Perché solo coloro che sono studenti diligenti, bravi fratelli e veri servitori possono diventare creatori della nuova cultura nella quale Cristo vivrà in ogni uomo e tra tutte le persone.

         Cristo non vuole oggi dei credenti ordinari, non persone che combattono l’una contro l’altra, non padroni e sacerdoti, ma persone vere, creatori di ciò che è nuovo, studenti, fratelli e servitori. Non persone che Lo crocifiggono costantemente dentro di sé, ma persone che Lo accettano vivere tra di loro, che siano uno con Lui.

         Oggi Cristo annuncia una cultura senza crocifissi, una cultura della risurrezione. Perché abbiamo visto i risultati della cultura contemporanea creata da persone che crocifissero Cristo. È arrivato il tempo di porre le basi di una nuova cultura, che sarà costruita non da persone che si inchinano davanti a Cristo crocifisso, ma di uomini fratelli in cui vive Cristo risorto, il Cristo vivente dell’Amore. La base di questa cultura sarà l’Amore perché è l’unica forza che può rendere le persone degli studenti diligenti, bravi fratelli e fedeli e veritieri servitori, creatori della nuova vita. Questa è la novità che Cristo porta oggi all’Umanità. Questa è la parola della Grande Fratellanza Universale e quello che dice il Maestro.

         Ma coloro che si chiamano cristiani non si lasceranno allora tentare dalla Sua parola? Lo riconosceranno? Continueranno a discutere del Cristo “crocifisso”, di quello “storico” e di quello “cosmico” così come Lo comprendono le varie chiese, ma lo spirito della Sua parola vivente rimarrà sconosciuto. Perciò vi dico: lasciate queste definizioni e distinzioni su Cristo! Sappiate che esiste solo un Cristo del grande Amore Che ora lavora nel mondo e nelle anime delle persone. È di questo Cristo che vi parlo ora, non di quello “storico” o di quello “crocifisso”. Alla fine, come personaggio storico le persone Lo conoscono abbastanza, ma come Amore vivente non Lo conoscono.

         Vi parlo del Cristo vivente, di quel Cristo Che porta in Sé vita, Che porta la conoscenza vivente e la Luce, Che porta la Verità e la libertà, di quel Cristo Che porta tutti i metodi per la costruzione della vita ragionevole. Lui è il capo della Grande Fratellanza Universale. Tutte le grandi anime Lo conoscono e tra di loro non esiste alcuna confusione su Chi è Lui, come era, quale posizione occupa nella “gerarchia dei Maestri” e così via. Loro non discutono perché sanno con certezza quale posizione nel Tutto occupa Cristo, così come sanno qual è la posizione di tutte le grandi persone che apparvero e che appaiono nel mondo. Questo Cristo devono conoscere le persone oggi! È Lui che devono vedere e conoscere perché molti vogliono convincersi che si può essere veri cristiani senza vedere Cristo e conoscerLo dentro di sé.

         Io, però, sostengo che se una persona non vede Cristo, non può nemmeno conoscerlo. Ma per vedere Cristo, l’uomo deve avere una mente, un cuore, un’anima e uno spirito come i Suoi. Prima di raggiungere questo stato, tutti coloro a cui Cristo è apparso cadevano per terra. E che cosa può vedere una persona caduta?

         Bisogna bere dalla sorgente, non dal fiume che è torbido, perché vi entrarono molte altre sostanze. Vai sulla strada che porta a questa sorgente. La strada è un po’difficile e lunga, ma berrai dalla sorgente acqua viva che rinfrescherà per sempre la tua mente e il tuo cuore. Davanti a te si apriranno delle vedute vaste, sconosciute prima. Su questa montagna dalla quale sgorga la sorgente viva sentirai la voce di Dio. Non desiderare di rimanere lì per sempre, ma scendi giù dai tuoi fratelli! Scendi giù e metti in atto come uno studente, come un fratello e come un servitore la Parola vivente del tuo Padre Celeste Che ti ha attratto con le nicchie del Suo Amore. 

         Queste nicchie sono nelle mani di Cristo, la manifestazione di Dio dell’Amore.



[1] Giovanni 19,5
[2] Matteo 28,18
[3] Giovanni 17,3
[4] Giovanni 3,16